Esistono anime delicate e forse un po’ perse che dovremmo avere l’intelligenza e la sensibilità di fermarci ad ascoltare. Non per altro: perchè soffermarsi sui loro pensieri e le loro note sa stimolare le pieghe della nostra anima. So benissimo che è un approccio romantico alla musica: ma quando ci vuole….
Quando un ufficio stampa solerte e insistente (perdonami!!!) mi ha proposto l’ascolto di questo album, Ti racconterò, di un ignoto Enzo D’Andrea ero piuttosto scettica, lo ammetto. Diciamo che la copertina non mi aveva colpita particolarmente. Considerazione banale quanto semplice.
Ma dal momento che un ascolto attento e professionale non si deve negare a nessuno, un bel giorno ho inserito questo cd fra le fauci del mio stereo. Lui ha fatto Glom e dalle casse ha iniziato a diffondersi una bella musica. Fin qui… Mi sono fermata, mi sono seduta ad ascoltare: in silenzio. A farmi cullare dai pensieri tristi e pieni di sentimento di questo musicista. Una cosa dolce. Con me si è fermata anche la mia collaboratrice. Così: immobili in un gesto d’altri tempi, quello dell’ascolto. Perchè questo album, che ha radici lontane, lontanissime, è lo specchio, sensibile e personale, della storia della musica cantautorale che ha accompagnato la mia vita da sempre. Non un progetto quindi rivoluzionario, anzi. Ma autentico e autenticamente poetico. Quest’uomo, scoperto da un personaggio come Claudio Poggi che tanti anni addietro aveva scoperto niente po’ po’ di meno che Pino Daniele, arrangiato dal forbito pentagramma di Enzo Guarino, ha il dono del romanticismo e di un melodiare sincero, della tristezza e del pensiero profondo.
Un album fuori moda, come recita il comunicato stampa. Che bella cosa!!!


by Margot Frank

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