Stefano
Cocco Cantini, sax
Francesco
Maccianti, piano
Ares
Tavolazzi, double bass
Piero Borri,
drums
Production
supervisor, Fabrizio Salvatore
label
AlfaMusic 2015
Sempre siamo
certi che l’Arte sia Movimento.
Ed allora,
come pensare ad un mondo compatibile con quello di John Coltrane, l’uomo dalla
lunga ombra, il solista che, per disintossicarsi dal mainstream (e non solo da
quello), viaggiò nella lunghezza vertiginosa di una vita musicale fatta di
dimensioni parallele in opposti divergenti?
La risposta,
stavolta, vogliamo leggerla nelle evenienze del Mood dei Living Coltrane in
otto iterazioni creative volutamente filologiche che plasmano non riduzioni
della numerologia sonora quanto piuttosto astrazioni d’atmosfere secondo la
sintassi del Sax più umanistico nell’ambito delle rivoluzione dell’Hard Bop, ricomposto
nella fluidità di Stefano Cocco Cantini in simbiosi con l’africanismo onirico di
McCoy Tyner nei fraseggi meditati del pianista Francesco Maccianti, interpolati
dai lumi stilistici di Ares Tavolazzi al contrabbasso e dal drumming di Piero
Borri.
Potremmo
notare come i climi inquieti o le dissolvenze mistiche o le suggestioni solari
di Trane siano perfettamente rispettate ed in regola con il turbinio emotivo
che fu carattere distintivo di un Suono puro, ancestrale e liricamente
contemporaneo più di quello di ogni altro jazzista di quegli anni, come nel
sostenuto Groove di “Rush” o nelle forme
crepuscolari di “Sunset”.
Potremmo
perfino dimenticare l’analisi tecnica delle armonie e degli assoli, la
sensibilità posta dal Quartetto nell’entrare nelle sommesse oscurità di una Poetica istintiva ed altissima, come
nell’andamento ipnotico di “Batch-Hombres” o nell’avvolgente elegia di “Julius
Reubke”.
Potremmo,
dunque, lasciarci andare al Piacere dell’Ascolto, al “perdersi” nel fascino
della Non Memoria, al ri-pensamento di un’atmosfera che consenta di adagiarsi in
un’Età dell’Oro re-intrerpretata nella metafisica di un Neoromanticismo metropolitano, come nella spirituale “Mr Kay
double you” o nell’invisibile monologo di “Aria di mare”.
E tanto
basterebbe, in verità, a giustificare la sensazione di un viaggio fra cielo e
terra “cantato” da 4 strumentisti mai alteri, semmai innamorati di pagine fra
le più belle delle Blue Notes.
Ma la
rilettura non è solo pittura coreografica né solo traslato metaforico: è la
scoperta dell’attualità di cadenze e di armonie a spirali, di cicli ritmici, di
aree tonali di assoluta lucidità e sintesi inventiva .
Come Trane
avrebbe immaginato nel suo ascendere fra le nubi di un altro capitolo di “Giant
Steps” o “A love Supreme”.
by Fabrizio Ciccarelli
Tracklist
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1 Rush 8’44
2 Sunset 8’07
3 Batch-Hombres
8’59
4 Julius Reubke
5’41
5 Mr Kay double you
4’27
6 Aria di mare
5’08
7 Uscita ad
est 8’54
8 Seeds 10’00
1,4,5,6,7 comp.
Stefano Cantini; 2,3,8 comp. Francesco Maccianti
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