MultiViral: la metamorfosi (sociale) dei Calle 13
by Francesco Ferri
Dopo aver conquistato ammiratori in tutto il mondo grazie alla
loro capacità di mischiare il linguaggio dell’hip hop con il ritmo del
reggaeton, i Calle 13 hanno definito ciò che stavano testando da tempo nei loro
precedenti album.
I due fratellastri di Trujillo Alto (Puerto Rico) con MultiViral hanno consacrato
definitivamente l’anima dei loro testi con la forte influenza dell’aspetto sociale.
Gli inizi di René ed Eduardo sono stati infatti segnati
dalla pubblicazione di pezzi di denuncia nei confronti delle istituzioni
governative statunitensi che detengono diversi prigionieri politici portoricani
nelle prigioni nordamericane.
Dopo gli iniziali successi, il gruppo ha portato il suo
profilo di polemica ad un livello internazionale, criticando il governo
venezuelano di Chavez (definendolo “migliore artista pop dell’anno”),
contestando le forti relazioni tra politica e paramilitari in Colombia e
recentemente denunciando la sparizione dei 43 studenti in Messico.
Da sempre sostenitori dell’indipendenza della loro isola (PR
è uno stato non incorporato degli USA, una sorta di colonia), Residente e
Visitante, questi i rispettivi nomi d’arte, hanno via via cambiato il loro
stile portandolo verso un genere orecchiabile e con un impatto notevolmente più
morbido.
Con dieci Latin Grammy Awards, Calle 13 è diventato uno dei
simboli della musica urbana mondiale. Già da anni il gruppo è un emblema per i
cittadini dei paesi ispanici delle terre d’oltreoceano, non solo grazie al
continuo impegno che rappresenta una fortissima immagine di resistenza comune,
ma anche e soprattutto per la pubblicazione nel 2011 del singolo Latinoamerica che grida la sofferenza e
l’orgoglio dei popoli del subcontinente.
MultiViral rappresenta un cambio radicale: se da un lato c’è
una regressione ai testi di denuncia e forte impatto, dall’altro Calle 13 adatta
il sound, abbandonando ormai totalmente la grancassa del reggaeton ed abbracciando
un nuovo esperimento con melodie pop e rap.
Il singolo Adentro
riassume in cinque minuti la superficialità dell’individualismo dei nostri
giorni, condanna la censura artistica e fa leva sull’importanza
dell’educazione.
Inoltre, nello stesso disco spicca una collaborazione con
Julian Assange, altro ribelle dei nostri tempi. Le immagini della clip seguono
un ragazzino palestinese che apparentemente cerca di costruirsi di nascosto un
fucile, ma alla fine si scoprirà che ciò che realmente sta mettendo insieme
sono i pezzi di una chitarra: questo raffigura per un’ennesima volta la volontà
del gruppo di mostrare l’importanza di musica ed arte come strumenti di
diffusione culturale.