Lo sguardo
Andrea
Marcoccia è un giovane artista romano, di
lui ci hanno colpito il tratto e le pennellate graffiate, che riportano la memoria visiva alle
pellicole cinematografiche deteriorate, i suoi soggetti, spesso paesaggi metropolitani
da cui è fortemente attratto, e poi il
suo stile, che ricorda l’ obiettivo fotografico, rendendo le sue opere quasi un
fermo immagine su presa diretta.
Con un po’
di forzatura potremmo definire il suo
percorso artistico attraverso i nomi delle serie dei suoi quadri, l’una
collegata all’altra,in costante mutazione, che determinano anche la sua
crescita e maturità.
La prima
serie di opere si rende nota sotto l’appellativo “constructions”; dalle opere di questo periodo emerge la grandezza di una città dall’urbanizzazione talvolta ordinata altre scellerata,
tutto ciò in contrasto con
spettacolari cieli, spesso azzurri, blu
cobalto a volte anche grigi ma che non perdono il senso della loro immensità.
Andrea
prosegue con la serie “wipeout” (il nome
viene da un videogioco uscito in
commercio nel 1995), dove il filo conduttore è il tema del viaggio, visto
attraverso grandi arterie stradali e soggetti metropolitani , astronavi che
escono dal videogame che contrastano la realtà. Il cielo prorompente è sempre
presente e sospende il tempo entrando in un silenzio incontrastato.
“Stand alone
“ è invece la diretta conseguenza di “wipeout”,
ovvero si esce dal viaggio frenetico e veloce dove nulla è dato sapere e ci si
ritrova fermi, sospesi in una dimensione diversa dal normale, circondati da oggetti
che diventano soggetti, icone pubblicitarie sottolineate dall’inganno del gioco
d’azzardo. Ciò rappresenta i nostri
ricordi, emozioni, dubbi, tentazioni, piaceri, ma tutti inesorabilmente fermi,
quasi confinati in una bolla onirica.
Lo abbiamo incontrato ed ecco cosa ci
ha raccontato :
Andrea, 40 anni e ne hai già diversi
alle spalle come artista affermato; come
hai trovato il coraggio di puntare nella tua vita su una passione e un talento
che oggigiorno è molto difficile da perseguire.
A: Il mio percorso artistico nasce da
bambino nella mia cameretta , da allora non ho più smesso di disegnare. Non ho
mai pensato all’arte come ad un impegno lavorativo, è stato tutto molto
spontaneo, da autodidatta.
Ero attratto dall’utilizzo del disegno
per comunicare, credo di essere tra quelle persone che sentono la necessità,
di catturare il mondo esterno attraverso i propri occhi, facendo caso ai
dettagli più impercettibili per poi riversare tutto su un foglio di carta o su
una tela .
E’ inevitabile però che la semplicità
con cui ho iniziato, sia stata un po’ contaminata dall’esperienza, con le gallerie, le mostre e tutto ciò che
riguarda il mercato dell’arte. A volte , o ultimamente “spesso”, si fanno i
conti con la crisi economica Italiana e soprattutto con un’ignoranza pilotata
nei riguardi dell’arte in genere.
Vorrei ringraziarti per avermi
definito ”artista affermato”, anche se mi imbarazza un po’, forse perchè chi
crea ha bisogno di una costante sensazione di insoddisfazione di fondo, per
poter continuare a crescere . E’anche vero che qualche soddisfazione ogni tanto
non guasta !
Osservando le tue
serie troviamo indiscutibile e costante la presenza di uno sguardo fotografico,
un vero obiettivo sul mondo. Qual è il
comun denominatore tra il cinema e le
tue tele?
A: Penso che il cinema, come tutte le
arti, sia ispirato dall’immaginario umano, dove il fermo immagine fotografico,
non è altro che la trasposizione di un’ idea , un ricordo, un immagine onirica
che fa parte del sogno del singolo o collettivo. Io cerco di riportare tutto questo su una tela anziché su pellicola.
Raccontaci il tuo momento
attuale. Cosa troveremo nei tuoi
prossimi quadri?
In questo periodo sto ultimando dei
dipinti legati alla serie “Stand-Alone”, anche se l’intento per il futuro è
quello di svincolarmi del tutto da qualsiasi tipo di denominazione. Vorrei tentare di trattare diversi temi e soggetti
con uno stile che li leghi, in modo da ampliare ancor di più, l’effetto onirico
legato al ricordo, al sogno e alle esperienze , sia comuni che personali , cosa
che avevo già cominciato a fare in Stand-Alone.
Inoltre sono diventato papà da meno di
un anno e senza dubbio la presenza di mio figlio influenzerà il lavoro, anzi,
lo sta già facendo!
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