Abbiamo voluto intervistare Francesco Ottonello, uno dei leader fondatori dell'Ensemble Nuove Musiche. Un progetto artistico che fa del confronto con i grandi innovatori della storia della musica la propria cifra stilistica.
Ensemble Nuove Musiche: un nome che è un programma. ..Molto è
spiegato sul vostro sito e sul materiale informativo che fate girare...Me lo
vuole spiegare lei che cosa significa?
Il nome Ensemble Nuove Musiche è
una specie di passepartout che ci permette di accedere a stanze diverse dello
stesso edificio. L'epoca post-ideologica che stiamo vivendo è caratterizzata in
ambito musicale da momenti di critica accesa, non privi talora di residui
personalistici, nei confronti di quelle avanguardie storiche che nei decenni
dell'immediato dopoguerra hanno profondamente ripensato il modo di fare e
concepire la musica. Il rapporto fra contemporaneità e passato per molti
compositori si pone oggi sotto il segno di un riflusso, cosa ben diversa dal
ripensamento creativo delle varie estetiche neoclassiche, che nasce dalla
reazione a quella stagione di esperienze spesso connotate da un forte
orientamento politico. Riteniamo che questo non sia l’atteggiamento adeguato
per superare quell'accademismo dell'anti-accademia della cui esistenza bisogna
pur prendere coscienza. Crediamo, al contrario, che lo stallo creatosi fra
revisionismo da un lato e dall’altro stanca adesione a canoni avanguardistici,
ormai privati della loro forza dirompente, possa risiedere proprio nella possibilità
di instaurare un nuovo legame, e nel caso veri e propri corto circuiti, fra la
creatività di ieri e quella di oggi. Questa idea è un po’ la cometa che
orienta, almeno in questa fase iniziale della sua esistenza, il cammino di
Ensemble Nuove Musiche. Così il repertorio del gruppo si definisce di volta in
volta in base ad una progettualità articolata che si avvale anche dell'apporto
del mondo della musicologia con la quale intratteniamo fervidi legami.
Molto della vostra filosofia artistica si ritrova anche nel progetto
Verdi nostro contemporaneo che vi ha visti protagonisti di un bel tour negli States
Il progetto Verdi Nostro
Contemporaneo esprime già dal titolo i connotati che lo caratterizzano.
Muovendo dal repertorio delle liriche da camera per voce e pianoforte che il
maestro di Busseto compose a più riprese nell'arco della sua lunga carriera ci
siamo mossi nell’ottica di un proficuo dialogo con la contemporaneità. In
occasione del bicentenario della nascita di Verdi dello scorso anno abbiamo così
potuto iniziare a mettere concretamente in pratica quanto detto al punto
precedente accettando quell'ineludibile Invito
al Molteplice cui faceva riferimento Armando Gentilucci nel titolo di un
suo celebre libro della fine degli anni settanta. Verdi Nostro Contemporaneo è
diventato dunque un mosaico di sette pezzi nel corso dei quali i rispettivi
autori si sono confrontati con un monumento del nostro passato senza nostalgie
ma anche senza tradire quello spirito verdiano la cui forza è ancora bene in
grado di vivificare il nostro presente. Ne è scaturito un mosaico variegato e,
speriamo, anche godibile. Ci ha infatti molto confortato la ricezione da parte
del pubblico che, specie negli USA, è rimasto assai favorevolmente colpito
dalla commistione di usual and inusual music.
Su quali autori state lavorando per i vostri progetti futuri e qual
è la cifra di contemporaneità che vi avete cercato
Dato il felice esito di Verdi
Nostro Contemporaneo è venuto spontaneo chiedersi se un simile format potesse
essere replicato rispetto ad altri grandi compositori del passato più o meno
recente. La risposta è stata pienamente affermativa e così nel 2015 apriremo
un'altra di quelle porte cui si accennava all'inizio per dare vita a “Rossini
Nostro Contemporaneo”. Si tratterà di un progetto incentrato su “Mi Lagnerò Tacendo”, una serie di
composizioni su testo di Metastasio sul cui il maestro pesarese tornò a più
riprese, dandone ogni volta versioni differenti. Una delle tappe più
prestigiose del progetto, che ci porterà nuovamente all'estero, sarà il Rossini
Opera Festival, manifestazione la cui notorietà ha ormai da anni varcato i
confini nazionali.
Sempre nel 2015 faremo una
tournée in Spagna esportando un altro tema che ci è molto caro ovvero la
possibilità di riflettere attraverso la musica sulla dimensione del sacro in
chiave contemporanea. In quella occasione presenteremo una lunga composizione
di Marco Lombardi intitolata “Canciones del Alma”, un oratorio da camera
per voce e ensemble su testo di San Giovanni della Croce. In questo lavoro i 40
versi del testo originale, preceduti da un prologo strumentale, generano
ciascuno un universo espressivamente autonomo quasi come un Lieder Zyklus. Questa idea di forma,
data dall'accostamento di unità a sé stanti che nel corso degli anni sono
diventate sempre più brevi, è molto cara all’autore. Tale estetica, un giorno,
potrà forse arrivare a concepire addirittura una singola nota come una sezione.
Su questo tema del sacro si
incentra anche l'imminente Festival di Musica Sacra che nascerà qui a Savona
nel mese di maggio di quest'anno.
Margot Frank