L’incanto
della neve di Slava
by Anita Perrotta
Dalla fine degli anni Cinquanta fino agli inizi degli anni
Novanta il mondo circense vive un periodo di profonda crisi.
Il circo tradizionale inizia a tediare il pubblico che
se ne allontana. Di motivi possiamo elencarne molti: intanto non è più in grado
di proporre argomenti interessanti, le associazioni animaliste lo demonizzano, ma
soprattutto manca l’elemento fondamentale dell’arte, lo stupore. Così molti
artisti e tra loro molti clown cercano nuove
strade, nuove possibilità di esprimersi, tanto che all’inizio degli anni
Ottanta, appaiono nuove figure artistiche che rielaborano i linguaggi con
accenti intellettuali e psicologici e, guardando
ai palcoscenici teatrali dei primi anni del ‘900, riescono a creare nuove forme
d’arte dando vita ad una clownerie moderna.
Slava
Polunin è uno di loro, ed è oggi
considerato il miglior clown del mondo.
Nasce
in una piccola città russa, lontano dai grandi centri urbani. Trascorre tutta
la sua infanzia in mezzo alla natura. Vive in un mondo incontaminato finché, all'età
di 17 anni, decide di trasferirsi a San Pietroburgo con l'intenzione di
studiare ingegneria ma dove invece si iscrive a una scuola di mimo.
Il
suo più grande sogno era proprio quello di diventare clown .
Polunin
nel suo studio sulla figura del clown riparte proprio dallo stupore e grazie
l'influenza di grandi artisti come Chaplin, Stan Lauren e Oliver Hardy, Marcel
Marceau, realizza un teatro magico e festoso costruito sulla base delle immagini
e dei movimenti, sui giochi e sulla fantasia, ricco di forti contrasti, crudeltà
e tenerezza, tragedia e commedia, che non disturbano lo spettatore ma anzi lo
coinvolgono nel profondo.
Grazie
al suo talento e alla sua determinazione, la sua reputazione cresce molto
rapidamente, tanto che sono numerosi i suoi allievi disposti a viaggiare attraverso
il mondo pur di imparare le sue tecniche innovative.
Nel
1993 le gag più famose del suo repertorio vengono raccolte in un unico
spettacolo SLAVA'S SNOWSHOW che viene
presentato in tournée in più di 30 paesi ed ovunque ha un successo
strabiliante.
Sono
cinque i clown in scena in questo spettacolo dove Slava ne è il protagonista
principale.
La
sua è una figura nostalgica, spontanea ma che sa essere ironia di se stessa, il
suo costume è una morbida tuta gialla accompagnata da un paio di scarponi rossi e soffici e dall’irrinunciabile nasone rosso. Un personaggio
gentile e sensibile che nasce prendendo spunto dalla tristezza poetica dei
clown.
Trasmette
un piacere delicato e garbato e riesce a rievocare negli adulti il meraviglioso
mondo dei sogni infantili probabilmente fin troppo soffocato.
Ma proprio quando si è completamente immersi in questo
sogno ecco arrivare il colpo di scena: il teatro si trasforma in un unico
grande spazio dove gli artisti giocano in mezzo al pubblico, scherzano
schizzando acqua dai loro ombrelli, scambiano cappotti, camminano sulle
poltrone della platea favorendo un coinvolgimento inaspettato degli spettatori
con il palcoscenico.
La neve, grande legame con l’infanzia di Slava, è
l’elemento scenografico predominante, è bianca come un abito da sposa, affascinante
e delicata, ma nello stesso tempo inquietante e fredda, come spesso succede nelle
cose che affascinano gli esseri umani di qualsiasi età.
La
fine dello spettacolo, è un’esplosione di gioia e divertimento; una quantità
incredibile di coriandoli bianchi sparati dal palco travolge completamente il
teatro e giganteschi palloni d’aria sovrastano il pubblico che inizia a
giocarci, ormai completamente immerso nello spettacolo. Ci si dimentica la
propria età e anche quando ci si rende conto che è arrivato il momento di
andarsene nessuno vuole lasciare il teatro, lasciandosi ancora cullare dalla
fantasia e con lo sguardo perso nella magia
più bambina che è in noi.
La
tournée italiana di Slava Snowshow è in corso in queste settimane, a seguire vi
segnaliamo le tappe.
- 6-8 Marzo 2015 Avellino, Teatro Gesualdo
- 11-15 Marzo 2015 Lugano, Teatro Cittadella
Anita Perrotta